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Speranza: La Parola che Ci Guida Verso il Giubileo 2025

Quando la vita ti svela che quello che scrivi oggi ha un significato che non avresti mai immaginato. C’è una parola che ho scritto ripetutamente nei miei libri, senza mai sapere quanto sarebbe stata rilevante nel contesto di un evento mondiale. Nei miei scritti, "speranza" appare 69 volte in Lasciato Indietro e 7 volte in Il Regno Sommerso di Coralyn . Una ripetizione che, guardando indietro, sembra quasi un richiamo misterioso, una preparazione inconsapevole per qualcosa di grande che sarebbe arrivato. E ora, quella stessa parola è diventata il cuore del Giubileo 2025, proclamata dal Papa come il tema di quest'anno santo. È come se, attraverso i miei racconti, avessi parlato di un sentimento che oggi è più che mai fondamentale: la speranza, quel faro che ci guida nei momenti di incertezza. La numerologia dei numeri 69 e 7.  Cosa significa il fatto che questi numeri siano legati alla speranza? Secondo la numerologia, il 69 è il simbolo dell’equilibrio, della connessione...

Lasciato Indietro: Sudan: un paese dimenticato dalla comunità internazionale

Lasciato Indietro: Sudan: un paese dimenticato dalla comunità internazionale

Oggi non ho potuto resistere e condividere con voi la storia di un Paese di cui si parla poco nella stampa italiana. Un Paese che non è molto lontano dalle nostre mete turistiche preferite. Mi scuso se interrompo il vostro scrollare in cerca di bellezza e leggerezza e vi riporto con i piedi per terra. Ma tanto come si dice sempre meglio scrollare tanto a me non riguarda.

Il Sudan è un paese africano che vive da un anno una violenta guerra civile tra due fazioni militari rivali, che minaccia di creare la più grande crisi alimentare del mondo, secondo l’ONU. Ma perché il Sudan non riceve l’attenzione e l’aiuto che merita dalla comunità internazionale? Quali sono le cause e le conseguenze di questo conflitto?

La pagine web che ho consultato  spiegano che che il Sudan è un paese strategicamente importante, che confina con sette altri paesi africani, che attraversa il fiume Nilo e che ospita diverse risorse naturali, come petrolio, oro e minerali. Tuttavia, queste risorse si sono rivelate più una maledizione che una benedizione, poiché hanno alimentato l’autoritarismo e la corruzione, che hanno a loro volta stratificato la società e generato tensioni etniche e politiche.

Il conflitto attuale è scoppiato nell’aprile 2023, quando il generale Abdel Fattah al-Burhan, capo delle forze armate sudanesi, e il generale Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemedti, capo delle forze di sostegno rapido, una milizia paramilitare, si sono scontrati per il controllo del paese, dopo aver deposto insieme il governo di transizione nel 2021. Da allora, i due generali si sono resi responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario, come uccisioni di civili, distruzioni di proprietà e infrastrutture, impiego di armi pesanti in aree densamente popolate e ostacoli all’assistenza umanitaria.

Il conflitto ha provocato almeno 9.000 morti e 5,4 milioni di sfollati, secondo le stime dell’ONU, e ha messo in pericolo la sicurezza alimentare di 18 milioni di persone. Alcune zone del paese, come il Darfur occidentale, sono state teatro di attacchi di massa da parte delle forze di Hemedti e delle milizie arabe alleate, che hanno preso di mira principalmente la popolazione etnica dei Massalit. Il Darfur è una regione che ha già sofferto di un genocidio e di crimini di guerra nei primi anni 2000, per i quali l’ex dittatore Omar al-Bashir è ricercato dalla Corte penale internazionale.

La comunità internazionale, tuttavia, non ha saputo reagire in modo efficace e tempestivo a questa crisi. Gli sforzi di mediazione sono stati insufficienti e hanno favorito i due generali, senza imporre loro conseguenze per le loro azioni. Le sanzioni e le azioni legali sono state troppo poche per avere un impatto. Il potere statale rimane il premio finale, che garantisce arricchimento personale e impunità. Il Sudan è diventato una classica cleptocrazia ("governo dei ladri"), e nessuno degli sforzi di mediazione ha affrontato gli incentivi nel sistema che favoriscono la violenza, la repressione e la corruzione.

Il Sudan è un paese lasciato indietro, dimenticato dalla comunità internazionale, che non ha saputo sostenere le aspirazioni democratiche e pacifiche del suo popolo, che si era sollevato contro la dittatura di al-Bashir nel 2019. Il Sudan è un paese lasciato indietro, che non ha ricevuto gli investimenti e la cooperazione necessari per lo sviluppo economico e sociale. Il Sudan è un paese che merita di più, e che ha bisogno di una soluzione politica inclusiva e sostenibile, che ponga fine al conflitto e alla fame.

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