Questa storia mi ha fatto pensare a quanto sia difficile oggi trovare un lavoro che sia soddisfacente sia dal punto di vista economico che da quello personale. Sempre più spesso si assiste a una corsa alla carriera che sacrifica la qualità della vita, la salute, i rapporti affettivi e sociali. Si lavora sempre di più, si guadagna sempre di meno, si ha sempre meno tempo per se stessi e per gli altri. Si vive in una condizione di stress e di insoddisfazione che mina il benessere psicofisico e la felicità.
Non credo che questo sia un modello sostenibile, né desiderabile. Credo che sia necessario ripensare il concetto di lavoro, non come fine ma come mezzo per realizzare se stessi e contribuire alla società. Credo che sia importante ricercare un equilibrio tra lavoro e vita privata, che permetta di conciliare le esigenze professionali con quelle personali e familiari. Credo che sia fondamentale valorizzare le persone, le loro capacità, le loro aspirazioni, i loro bisogni, e non solo i numeri, i profitti, i risultati.
Non sono il solo a pensarla così. In Italia, secondo l’OECD Better Life Index, il 94% delle persone dichiara di essere soddisfatto del proprio equilibrio tra lavoro e vita privata, il valore più alto tra i paesi dell’OCSE. Questo significa che gli italiani, pur avendo una situazione economica e occupazionale non facile, sanno dare importanza alle altre sfere della vita, come la famiglia, gli amici, il tempo libero, la cultura, lo sport. Significa anche che l’Italia offre alcune condizioni favorevoli a questo equilibrio, come una legislazione del lavoro che prevede ferie, permessi, orari flessibili, part-time, telelavoro, e una rete di servizi e di sostegno sociale che facilita la conciliazione tra lavoro e famiglia.
Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia. Anche in Italia si rischia di subire l’influenza di un modello di lavoro sempre più competitivo, precario, alienante, che viene da altri paesi, in particolare dagli Stati Uniti. Un modello che privilegia la quantità alla qualità, la performance alla persona, il successo al senso. Un modello che può portare a essere lasciati indietro, se non si riesce a stare al passo, o a perdere se stessi, se si rinuncia a tutto il resto.
Per questo, credo che sia necessario difendere e promuovere il nostro modo di intendere il lavoro e la vita, che non è un segno di arretratezza o di pigrizia, ma di saggezza e di umanità. Credo che sia necessario sensibilizzare le aziende, le istituzioni, i media, l’opinione pubblica, sul valore e sui benefici di un equilibrio tra lavoro e vita privata, non solo per le persone, ma anche per l’economia e la società. Credo che sia necessario sostenere e incoraggiare le buone pratiche, le esperienze positive, le iniziative innovative, che dimostrano che è possibile lavorare bene e vivere meglio.
Voi cosa ne pensate? Qual è la vostra esperienza? Quali sono le vostre difficoltà e le vostre proposte? Condividete con me le vostre opinioni e le vostre storie, lasciando un commento qui sotto o scrivendomi una mail. Grazie per aver letto il mio post, e a presto!
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