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Speranza: La Parola che Ci Guida Verso il Giubileo 2025

Quando la vita ti svela che quello che scrivi oggi ha un significato che non avresti mai immaginato. C’è una parola che ho scritto ripetutamente nei miei libri, senza mai sapere quanto sarebbe stata rilevante nel contesto di un evento mondiale. Nei miei scritti, "speranza" appare 69 volte in Lasciato Indietro e 7 volte in Il Regno Sommerso di Coralyn . Una ripetizione che, guardando indietro, sembra quasi un richiamo misterioso, una preparazione inconsapevole per qualcosa di grande che sarebbe arrivato. E ora, quella stessa parola è diventata il cuore del Giubileo 2025, proclamata dal Papa come il tema di quest'anno santo. È come se, attraverso i miei racconti, avessi parlato di un sentimento che oggi è più che mai fondamentale: la speranza, quel faro che ci guida nei momenti di incertezza. La numerologia dei numeri 69 e 7.  Cosa significa il fatto che questi numeri siano legati alla speranza? Secondo la numerologia, il 69 è il simbolo dell’equilibrio, della connessione...

L’Invidia e il Pettegolezzo: Echi di Seneca nel Mondo Moderno

English follow.

“Invidia Siculi non invenere tyranni majus tormentum.” : nemmeno i tiranni siciliani hanno inventato un tormento maggiore dell’invidia. È un’affermazione potente che sottolinea come l’invidia possa essere una forma di sofferenza più grande di qualsiasi punizione fisica.  Ciò fa riflettere su come l’invidia distrugga chi la prova e come sia importante superarla con resilienza e forza d’animo.

L’invidia è un veleno che si insinua silenziosamente nelle relazioni umane, un sentimento tanto antico quanto l’uomo stesso. Seneca, con la sua saggezza senza tempo, ci avvertiva già: “Dove c’è troppa invidia, non può esserci pace duratura”. E questa verità risuona ancora oggi, specialmente nell’era dei social media, dove la vita di tutti è esposta al giudizio altrui.

Quando ho pubblicato il mio racconto autobiografico, ho visto l’invidia manifestarsi in tutta la sua amarezza. Gli invidiosi, quegli “osservatori ombrosi”, come li chiamerebbe Seneca, sono emersi dall’ombra, rivelando il loro vero volto. Ma il pettegolezzo che hanno creato, diffuso da coloro che trovano piacere nel mormorare segreti e falsità, non ha fatto altro che rafforzare la mia determinazione.

Seneca ci insegna che “la miglior vendetta è essere diversi da colui che ha commesso l’ingiustizia”. Così, ho scelto di lasciarmi alle spalle il tributo all’invidia, per abbracciare un tributo alla resilienza. Di fronte alle avversità, “mi spezzo ma non mi piego”. Questa forza interiore è il faro che guida il mio cammino, illuminando la strada verso un futuro dove l’invidia non ha più potere.

"The Sicilian tyrants have not found a greater torment than envy." It is a powerful statement that underscores how envy can be a form of suffering greater than any physical punishment. This reflection highlights how envy destroys those who harbor it and emphasizes the importance of overcoming it with resilience and strength of character.

Envy is a poison that silently infiltrates human relationships, a sentiment as ancient as mankind itself. Seneca, with his timeless wisdom, warned us: "Where there is too much envy, there can be no lasting peace." And this truth still resonates today, especially in the era of social media, where everyone's life is exposed to the judgment of others.

When I published my autobiographical story, I saw envy manifest in all its bitterness. The envious, those "shadowy observers," as Seneca would call them, emerged from the shadows, revealing their true faces. But the gossip they created, spread by those who find pleasure in murmuring secrets and falsehoods, only strengthened my determination.

Seneca teaches us that "the best revenge is to be unlike him who performed the injustice." Thus, I chose to leave behind the tribute to envy, to embrace a tribute to resilience. Faced with adversity, "I may bend, but I do not break." This inner strength is the beacon that guides my path, illuminating the way to a future where envy no longer holds power.

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