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ChatGPT come "terapeuta": il conforto digitale e il vuoto umano

Perché i giovani si affidano all'intelligenza artificiale e cosa possiamo fare per non lasciarli soli Nel cuore della notte, tra le pieghe digitali di una stanza silenziosa, migliaia di ragazzi e ragazze sussurrano pensieri che nessuno ha voluto ascoltare. Non alzano la voce, non urlano, non chiedono aiuto a squarciagola. Digitano. E scrivono a una presenza che non dorme mai, che non giudica, che non scappa. Parlano con una macchina. Ma non lo fanno perché credano che essa sia viva. Lo fanno perché non c'è più nessuno, tra i vivi, disposto a restare in ascolto. Così cresce una nuova forma di conforto: un conforto algoritmico . Sempre più giovani lo cercano. Non si fidano del terapeuta in carne e ossa, del padre che tace, della madre che ha paura di vedere, degli amici che hanno troppa fretta. E allora, ogni notte, fanno domande precise, ferite, affamate. "Perché ho questo vuoto?", "Sto impazzendo?", "Perché mi fa così male l'amore?" I dati pa...

L’Inevitabile Deterioramento dell’Essere Lasciati Indietro

L’Inevitabile Deterioramento dell’Essere Lasciati Indietro
Nella vita, ci sono momenti in cui ci sentiamo come se fossimo stati lasciati indietro. Questi momenti possono essere paragonati a un oggetto che, una volta nuovo e splendente, ora giace dimenticato e in stato deteriore. Il termine “deteriore”, che deriva dal latino deterior, significa “peggiore” o “di qualità inferiore”. È un aggettivo che descrive qualcosa che ha perso il suo valore originale, che è diventato meno buono di quanto era una volta.

Nel contesto umano, l’essere lasciati indietro può portare a un senso di deterioramento interiore. Come un manufatto che perde il suo lustro, così la nostra autostima può scivolare in uno stato deteriore quando ci confrontiamo con gli altri che sembrano avanzare più rapidamente di noi. Questo confronto può essere dannoso, poiché ogni persona segue un percorso unico e incomparabile.

Tuttavia, è importante ricordare che l’essere lasciati indietro non è un segno di fallimento definitivo. Al contrario, come è accaduto a me e  come racconto nel mio romanzo autobiografico, può essere un’opportunità per riflettere sul nostro viaggio personale e riconoscere che ogni esperienza, anche quelle deteriore, fa parte della nostra crescita. Invece di lasciare che il senso di inferiorità ci consumi, possiamo utilizzarlo come un catalizzatore per il cambiamento e l’auto-miglioramento. Io ho usato questa forza per scrivere un libro ed altri seguiranno.

Invitiamo i nostri lettori a scoprire Lasciato Indietro”, un tributo alla forza insita nella resilienza di fronte all’avversità. Un’opera che celebra la capacità umana di superare gli ostacoli e di emergere più forti, nonostante le circostanze deteriore della vita.

In conclusione, mentre il termine “deteriore” può evocare immagini di declino e negatività, può anche servire come un promemoria che la vita è un continuo processo di evoluzione. Non dobbiamo temere di essere lasciati indietro, ma piuttosto abbracciare ogni fase del nostro sviluppo, sapendo che anche dallo stato più deteriore possiamo risorgere e brillare di nuovo.

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