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ChatGPT come "terapeuta": il conforto digitale e il vuoto umano

Perché i giovani si affidano all'intelligenza artificiale e cosa possiamo fare per non lasciarli soli Nel cuore della notte, tra le pieghe digitali di una stanza silenziosa, migliaia di ragazzi e ragazze sussurrano pensieri che nessuno ha voluto ascoltare. Non alzano la voce, non urlano, non chiedono aiuto a squarciagola. Digitano. E scrivono a una presenza che non dorme mai, che non giudica, che non scappa. Parlano con una macchina. Ma non lo fanno perché credano che essa sia viva. Lo fanno perché non c'è più nessuno, tra i vivi, disposto a restare in ascolto. Così cresce una nuova forma di conforto: un conforto algoritmico . Sempre più giovani lo cercano. Non si fidano del terapeuta in carne e ossa, del padre che tace, della madre che ha paura di vedere, degli amici che hanno troppa fretta. E allora, ogni notte, fanno domande precise, ferite, affamate. "Perché ho questo vuoto?", "Sto impazzendo?", "Perché mi fa così male l'amore?" I dati pa...

Lasciati Indietro: Oltre la Tragedia: Riflessioni su un Atto Estremo e le Sue Vere Motivazioni

Lasciati Indietro: Oltre la Tragedia: Riflessioni su un Atto Estremo e le Sue Vere Motivazioni
Introduzione: Nel tessuto della nostra società moderna, sempre più connessa eppure paradossalmente isolata, si celano storie tragiche che mettono in luce la fragilità umana e la mancanza di supporto sociale. Recentemente, un evento sconvolgente a Spresiano ha riportato l'attenzione sul tema del suicidio e sul ruolo dei mezzi di comunicazione nella sua diffusione.

Il Dramma di Spresiano: La notizia del suicidio di un giovane di 26 anni ha scosso profondamente la comunità di Spresiano. Ma ciò che ha reso ancora più agghiacciante questa tragedia è stata la diffusione del video del suo gesto estremo tramite social. La reazione indignata del sindaco, definita "vergogna", rispecchia il sentimento di molti di fronte a questa violazione dell'intimità e della dignità umana.

Oltre la Superficie: Tuttavia, al di là dell'orrore della diffusione di un video così intimo e crudele, si aprono delle riflessioni più profonde sulle cause che hanno condotto a questo tragico epilogo. Come sottolineato nel mio libro "Lasciato Indietro", dove affronto le tematiche della fragilità e della solitudine nell'era moderna, e nei miei precedenti articoli sul blog circa l'impellente necessità di istituire lo psicologo di base, clinico di famiglia, è fondamentale andare oltre la superficie per comprendere appieno le dinamiche psicologiche e sociali che alimentano situazioni estreme come questa.

La Fragilità Sociale: La società contemporanea pone di fronte a molti individui sfide e pressioni sempre più grandi. Dalla ricerca costante di successo e realizzazione personale alla lotta contro la solitudine e l'isolamento, molti si trovano a dover affrontare un peso insostenibile sulle proprie spalle. La mancanza di un adeguato sistema di supporto sociale e di risorse per la salute mentale può rendere la situazione ancora più difficile da gestire.

La Beffa del Video Virale: Il video del suicidio, pensato presumibilmente per diventare virale, rappresenta una tragica manifestazione della distorsione dei valori nella nostra società. Invece di suscitare empatia e solidarietà, è diventato oggetto di voyeurismo morboso e sensazionalismo mediatico. È un triste riflesso di come la nostra cultura sia sempre più disposta a sacrificare l'umanità sull'altare della visibilità e della condivisione digitale.

La Necessità di Azioni Concrete: Questa tragedia dovrebbe fungere da campanello d'allarme sulla necessità di un cambiamento tangibile. È cruciale investire nelle risorse per la salute mentale, creare comunità più empatiche e sensibili, e promuovere una cultura della gentilezza e della solidarietà. È altresì importante che la legge intervenga in maniera decisa per punire chi sfrutta la sofferenza altrui a fini sensazionalistici.

Conclusioni: Il suicidio di un giovane a Spresiano ha scosso le coscienze e ha riacceso il dibattito su molti fronti. Oltre alla condanna dell'atto criminale di diffusione del video, è fondamentale approfondire le cause sottostanti e adottare misure concrete per prevenire simili tragedie in futuro. Solo così potremo onorare la memoria di coloro che sono stati perduti troppo presto e costruire un mondo più compassionevole e solidale per tutti.

PS: di seguito, alcuni casi analoghi:

  1. Torremaggiore, Italia (2023): Un uomo di 45 anni, Taulant Malaj, ha ucciso sua figlia di 16 anni e il suo vicino di casa, Massimo De Santis, credendo che fosse l’amante di sua moglie. Dopo l’omicidio, Malaj ha ripreso le sue vittime con il telefono cellulare e ha inviato il video a un connazionale, che ha poi allertato i carabinieri. Il video è diventato virale online, suscitando orrore e indignazione.

  2. Casi di reati filmatiLegge e ripresa: Filmare un reato è legale se avviene in un luogo pubblico o se l’intenzione è quella di utilizzare la registrazione per denunciare il crimine. Tuttavia, chi filma non deve istigare alla commissione del delitto.

  3. Carolina Picchio (Italia, 2019): Carolina, una ragazza di 14 anni, è stata ferita a morte da cinque compagni. Un video è stato girato mentre lei era svenuta e veniva violentata. Il video è stato condiviso sui social media, accumulando migliaia di like. Carolina è poi caduta dalla finestra e si è suicidata. Questo tragico caso evidenzia l’abuso dei social media e la responsabilità di chi condivide tali contenuti sensibili.

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