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ChatGPT come "terapeuta": il conforto digitale e il vuoto umano

Perché i giovani si affidano all'intelligenza artificiale e cosa possiamo fare per non lasciarli soli Nel cuore della notte, tra le pieghe digitali di una stanza silenziosa, migliaia di ragazzi e ragazze sussurrano pensieri che nessuno ha voluto ascoltare. Non alzano la voce, non urlano, non chiedono aiuto a squarciagola. Digitano. E scrivono a una presenza che non dorme mai, che non giudica, che non scappa. Parlano con una macchina. Ma non lo fanno perché credano che essa sia viva. Lo fanno perché non c'è più nessuno, tra i vivi, disposto a restare in ascolto. Così cresce una nuova forma di conforto: un conforto algoritmico . Sempre più giovani lo cercano. Non si fidano del terapeuta in carne e ossa, del padre che tace, della madre che ha paura di vedere, degli amici che hanno troppa fretta. E allora, ogni notte, fanno domande precise, ferite, affamate. "Perché ho questo vuoto?", "Sto impazzendo?", "Perché mi fa così male l'amore?" I dati pa...

Lasciato Indietro: "Mind in the Gap-Adolescenza e resilienza"

L'articolo della Nazione “Un progetto per sostenere i pazienti” descrive un progetto molto interessante e innovativo per sostenere i pazienti che affrontano l'esperienza della malattia tumorale, in particolare quelli che si trovano in una situazione di fragilità. Il progetto "Mind in the Gap-Adolescenza e resilienza" promosso dalla Salute Mentale Adulti della Valdichiana Aretina offre ai giovani la possibilità di riconoscere e gestire le proprie emozioni attraverso attività come alfabetizzazione emotiva, teatro, danza e trekking. Si tratta di un approccio multidisciplinare e integrato che mira a rafforzare la fiducia, l'autostima e la resilienza dei pazienti, coinvolgendo anche le loro famiglie e il territorio. Penso che questo sia un esempio di best practice da diffondere e replicare, perché dimostra come sia possibile creare una rete di supporti assistenziali psicologici e sociali che vada oltre la cura medica e che tenga conto delle esigenze e delle potenzialità di ogni persona. La resilienza è la capacità di riorganizzare positivamente la propria vita, senza perdersi d'animo, dopo essere stati sottoposti ad eventi critici o traumatici. Una persona resiliente ha un atteggiamento positivo, non resta paralizzata di fronte alle avversità ma reagisce anche nelle condizioni peggiori, governando le emozioni e vedendo il fallimento come una forma di feedback utile, da cui imparare. La resilienza è una qualità che va coltivata e sviluppata lavorando sul proprio mindset e sulle proprie risorse personali, relazionali e ambientali. Non lasciare nessuno indietro è un principio fondamentale dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che si propone di raggiungere 17 obiettivi globali per migliorare la qualità della vita di tutti gli esseri umani, garantendo i diritti umani, la giustizia sociale, la parità di genere, la protezione ambientale e la cooperazione internazionale. Non lasciare nessuno indietro significa che nessun individuo o gruppo sociale deve essere escluso o discriminato dal processo di sviluppo e dai suoi benefici, e che le politiche pubbliche devono tener conto delle esigenze e delle vulnerabilità delle persone più emarginate e svantaggiate. Complimenti agli ideatori e ai realizzatori di questo progetto, che rappresenta una speranza e una risorsa per tanti giovani e le loro famiglie. Il progetto si inserisce perfettamente nella visione della resilienza e del non lasciare nessuno indietro, contribuendo a creare una società più inclusiva, solidale e sostenibile. 




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