L’intelligenza
artificiale (IA) è una delle tecnologie più innovative e "disruptive"
del nostro tempo, capace di trasformare radicalmente il mondo del lavoro e
della società. Ma quali sono le sfide e le opportunità che l’IA comporta per i
lavoratori, le imprese e le istituzioni? Come si può garantire una transizione
equa e inclusiva verso un’economia digitale e sostenibile? Come può non
Lasciare Indietro nessuno?
Un recente articolo pubblicato
da il Tempo riporta che uno studio dei Centres for European Policy Network (CEP),
think tank con sedi in Germania, Francia e Italia, ha analizzato gli effetti
dell’IA sul mercato del lavoro, evidenziando i rischi e le potenzialità di
questa rivoluzione tecnologica. Secondo lo studio, l’IA generativa, ovvero
quella capace di creare contenuti originali e autonomi, distruggerà in modo
irreversibile interi profili professionali, soprattutto quelli con una buona
formazione, come manager, consulenti, avvocati e specialisti di marketing.
Circa 20 milioni di lavoratori nell’UE perderebbero il posto di lavoro a breve
termine, con conseguenti disordini sociali, se non si prendono rapidamente
delle precauzioni, vista la velocità di sviluppo dell’IA.
Per evitare questo scenario, i ricercatori del CEP propongono di adattare i sistemi di sicurezza sociale e di promuovere nuovi modelli di welfare, basati su una nuova concettualizzazione dell’idea di reddito di base, come misura collettiva di condivisione dei rischi e di sostegno alla transizione. Inoltre, suggeriscono di rafforzare il crescente gruppo di lavoratori dei dati, che svolgono attività di raccolta, analisi e interpretazione dei dati generati dall’IA, e di incentivare l’apprendimento permanente, per acquisire nuove competenze e adattarsi ai cambiamenti del mercato.
L’IA, infatti, non solo distrugge, ma anche crea nuove opportunità di lavoro, soprattutto in settori che richiedono empatia, creatività e interazione umana, come l’assistenza, l’educazione e l’intrattenimento. L’IA può anche migliorare la qualità e l’efficienza del lavoro, facilitando la collaborazione, l’innovazione e la personalizzazione dei servizi. L’IA può inoltre contribuire a risolvere i grandi problemi globali, come il cambiamento climatico, la povertà e la salute, grazie alla sua capacità di elaborare enormi quantità di informazioni e di generare soluzioni ottimali.
Per sfruttare al meglio il potenziale dell’IA, però, è necessario affrontare anche le sfide che essa pone in termini di sicurezza, etica e governance. L’IA, infatti, può essere usata per scopi malevoli, come la manipolazione, la sorveglianza, la guerra e il terrorismo, mettendo a rischio la democrazia, i diritti umani e la pace. L’IA, come descrivo nel libro "Lasciato Indietro" può anche generare discriminazioni, disuguaglianze e polarizzazioni, se non è basata su principi di trasparenza, responsabilità e giustizia. L’IA può infine sfidare la nostra identità, la nostra autonomia e la nostra dignità, se non rispetta i nostri valori, le nostre preferenze e i nostri obiettivi.
Per questo, è fondamentale sviluppare un quadro normativo e regolatorio che garantisca il rispetto dei diritti fondamentali, la protezione dei dati personali, la sicurezza dei sistemi e la responsabilità degli attori coinvolti. È altrettanto importante promuovere un dialogo multistakeholder e una partecipazione attiva della società civile, per definire le priorità, i criteri e le finalità dell’uso dell’IA. È infine essenziale educare e sensibilizzare i cittadini, i consumatori e i lavoratori, per renderli consapevoli dei benefici e dei rischi dell’IA, e per sviluppare una cultura digitale e critica.
L’intelligenza artificiale cambia le regole del gioco, ma non è un destino ineluttabile. Dipende da noi non farci lasciare indietro, come la vogliamo usare, per quale scopo e con quali conseguenze.
Il futuro è nelle nostre mani!
Per evitare questo scenario, i ricercatori del CEP propongono di adattare i sistemi di sicurezza sociale e di promuovere nuovi modelli di welfare, basati su una nuova concettualizzazione dell’idea di reddito di base, come misura collettiva di condivisione dei rischi e di sostegno alla transizione. Inoltre, suggeriscono di rafforzare il crescente gruppo di lavoratori dei dati, che svolgono attività di raccolta, analisi e interpretazione dei dati generati dall’IA, e di incentivare l’apprendimento permanente, per acquisire nuove competenze e adattarsi ai cambiamenti del mercato.
L’IA, infatti, non solo distrugge, ma anche crea nuove opportunità di lavoro, soprattutto in settori che richiedono empatia, creatività e interazione umana, come l’assistenza, l’educazione e l’intrattenimento. L’IA può anche migliorare la qualità e l’efficienza del lavoro, facilitando la collaborazione, l’innovazione e la personalizzazione dei servizi. L’IA può inoltre contribuire a risolvere i grandi problemi globali, come il cambiamento climatico, la povertà e la salute, grazie alla sua capacità di elaborare enormi quantità di informazioni e di generare soluzioni ottimali.
Per sfruttare al meglio il potenziale dell’IA, però, è necessario affrontare anche le sfide che essa pone in termini di sicurezza, etica e governance. L’IA, infatti, può essere usata per scopi malevoli, come la manipolazione, la sorveglianza, la guerra e il terrorismo, mettendo a rischio la democrazia, i diritti umani e la pace. L’IA, come descrivo nel libro "Lasciato Indietro" può anche generare discriminazioni, disuguaglianze e polarizzazioni, se non è basata su principi di trasparenza, responsabilità e giustizia. L’IA può infine sfidare la nostra identità, la nostra autonomia e la nostra dignità, se non rispetta i nostri valori, le nostre preferenze e i nostri obiettivi.
Per questo, è fondamentale sviluppare un quadro normativo e regolatorio che garantisca il rispetto dei diritti fondamentali, la protezione dei dati personali, la sicurezza dei sistemi e la responsabilità degli attori coinvolti. È altrettanto importante promuovere un dialogo multistakeholder e una partecipazione attiva della società civile, per definire le priorità, i criteri e le finalità dell’uso dell’IA. È infine essenziale educare e sensibilizzare i cittadini, i consumatori e i lavoratori, per renderli consapevoli dei benefici e dei rischi dell’IA, e per sviluppare una cultura digitale e critica.
L’intelligenza artificiale cambia le regole del gioco, ma non è un destino ineluttabile. Dipende da noi non farci lasciare indietro, come la vogliamo usare, per quale scopo e con quali conseguenze.
Il futuro è nelle nostre mani!
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