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Quando l'IA fa più rumore del coltello

Il caso di Marco Magagna e il paradosso di una società che si indigna per i mezzi, non per i fatti. Raccontare una tragedia come l'omicidio di Marco Magagna, ucciso con una coltellata dalla compagna Stella Boggio, dovrebbe far riflettere. Ci aspetteremmo di discutere della violenza, delle dinamiche di coppia che possono degenerare, o della questione della legittima difesa invocata da lei. Ma qualcosa di inaspettato ha cambiato il focus del dibattito. L'Avatar, una voce generata da un’intelligenza artificiale, ha raccontato i fatti con precisione, chiarezza e toni professionali. Nulla di meno e nulla di più rispetto a quello che avrebbe fatto un giornalista umano. Eppure, i commenti sotto il video non si sono soffermati né sulla vittima né sul crimine. No, si è parlato solo della narratrice virtuale. “È una macchina a raccontarci queste cose?” “Perché dovremmo accettare un'IA al posto di una persona reale?” Quasi nessuno ha commentato il fatto in sé. Silenzio sulla tragedia,...

Le radici della società anomica 1 di 3.

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