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ChatGPT come "terapeuta": il conforto digitale e il vuoto umano

Perché i giovani si affidano all'intelligenza artificiale e cosa possiamo fare per non lasciarli soli Nel cuore della notte, tra le pieghe digitali di una stanza silenziosa, migliaia di ragazzi e ragazze sussurrano pensieri che nessuno ha voluto ascoltare. Non alzano la voce, non urlano, non chiedono aiuto a squarciagola. Digitano. E scrivono a una presenza che non dorme mai, che non giudica, che non scappa. Parlano con una macchina. Ma non lo fanno perché credano che essa sia viva. Lo fanno perché non c'è più nessuno, tra i vivi, disposto a restare in ascolto. Così cresce una nuova forma di conforto: un conforto algoritmico . Sempre più giovani lo cercano. Non si fidano del terapeuta in carne e ossa, del padre che tace, della madre che ha paura di vedere, degli amici che hanno troppa fretta. E allora, ogni notte, fanno domande precise, ferite, affamate. "Perché ho questo vuoto?", "Sto impazzendo?", "Perché mi fa così male l'amore?" I dati pa...

Le radici della società anomica 1 di 3.

Come siamo arrivati a una società senza regole condivise?  

Il termine anomia si radica nel pensiero del sociologo Émile Durkheim, che lo utilizzò per descrivere il collasso delle norme condivise in una società in crisi. Quando il tessuto sociale si sgretola, gli individui si trovano privi di punti di riferimento, perdendo il senso di appartenenza. 

L'anomia non è una novità: eventi storici come la Grande Depressione ci mostrano quanto profonde trasformazioni possano generare caos e disorientamento. In quei momenti, i legami comunitari si spezzano, lasciando spazio all’individualismo e a un senso diffuso di frammentazione.  

Nel presente, stiamo assistendo a dinamiche simili. La pandemia di COVID-19 ha messo in luce la fragilità del nostro sistema sociale, amplificando l’isolamento e smantellando certezze apparentemente incrollabili. Di fronte a questa crisi, molti si sono trovati privi di una direzione comune. In assenza di norme collettive, le tensioni aumentano, i conflitti si intensificano, e il senso di solitudine cresce.  

Tuttavia, l’anomia non è solo un problema collettivo: colpisce profondamente l’individuo. Quando il sistema non offre più una guida morale, le persone spesso cercano soluzioni dentro sé stesse. Questo, se da un lato può rappresentare un'opportunità di introspezione, dall'altro rischia di accentuare ulteriormente il distacco sociale. Il bisogno di appartenenza non è mai stato così evidente, e la difficoltà di trovarlo riflette una crisi più ampia delle istituzioni e delle norme condivise.  

La vera sfida è trovare un modo per affrontare l’anomia, trasformandola in un’occasione per ricostruire legami solidi. Le regole tradizionali potrebbero non funzionare più, ma ciò non significa che non possiamo immaginare nuove modalità per ritrovare coesione. Questo processo richiede un ripensamento delle basi che ci uniscono come individui e come comunità, per affrontare il futuro con maggiore solidità.  

"Quando la società smette di indicare la strada, è il momento per ognuno di noi di unirsi e tracciare insieme un nuovo percorso. Solo collaborando possiamo superare l’isolamento e garantire che nessuno venga mai più lasciato indietro." #MaiPiùLasciatiIndietro.

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