Lasciati Indietro: Sugar Tax in Europa, Protezione della Salute o ulteriore Peso sulle Spalle dei Contribuenti?
La salute dei cittadini e l'onere economico sul sistema sanitario richiedono un approccio più olistico. Premessa: La tassazione delle bevande zuccherate è un argomento di grande interesse in Europa, dove diversi paesi hanno introdotto misure simili con l'obiettivo di ridurre il consumo di zucchero e combattere le malattie non trasmissibili (NCD), come il diabete e l'obesità. Studi hanno dimostrato che queste tasse possono scoraggiare il consumo e incoraggiare la riformulazione dei prodotti. Per esempio, paesi come Belgio, Finlandia, Francia, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Norvegia, Portogallo e il Regno Unito hanno implementato tasse sulle bevande zuccherate. Queste tasse variano nella forma, nel tasso e nella base imponibile, ma tendono ad applicare aliquote più elevate a bevande con contenuto più alto di zucchero. L'associazione tra il consumo di zucchero e l'aumento del rischio di diabete è ben documentata. Studi hanno evidenziato che l'aumento del consumo di zucchero per capita è associato a un incremento della prevalenza del diabete, mediato in parte dall'indice di massa corporea (BMI). Inoltre, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di limitare l'assunzione di zuccheri al 10% del totale calorico giornaliero per ridurre il rischio di complicazioni legate al diabete. Mentre l'Italia si appresta ad introdurre la sugar tax da luglio 2024, altri paesi europei hanno già preso questa strada. Le tasse sulle bevande zuccherate sono diventate uno strumento per disincentivare il consumo eccessivo di zucchero, un tempo considerato essenziale, ora riconosciuto come una delle principali cause di diabete e obesità. I dati mostrano che l'impatto di queste tasse va oltre la salute pubblica, influenzando anche le finanze nazionali. Ma la domanda rimane: stiamo facendo abbastanza? Mentre le bevande zuccherate sono tassate, altri prodotti ricchi di zuccheri sfuggono ancora all'imposizione fiscale. È il momento di agire. Dovremmo considerare l'estensione della tassazione a tutti i prodotti con zuccheri aggiunti e imporre limiti massimi di zucchero per garantire scelte alimentari più sane. In post passati, cosi come nel mio racconto autobiografico ho anche suggerito la scelta di etichettare cibi e bevande processati o lavorati con un bollino: verde, giallo o rosso a seconda l'impatto potenziale sulla salute. Ciò senza imporre un aumento dei prezzi per tasse od altro lascerebbe al cittadino la scelta su come alimentarsi, fermo restando l'attenzione sull'impatto sul SSN e quindi sul peso dei contribuenti. In conclusione, se trattassimo lo zucchero in eccesso allo stesso modo in cui trattiamo sostanze come l'alcool, il fumo e le droghe? Se sappiamo che lo zucchero può essere dannoso per la salute e può anche creare dipendenza, non dovremmo considerare una regolamentazione più rigorosa o una tassazione più pesante? Questo solleva la questione di come dovremmo equilibrare la libertà individuale con la responsabilità collettiva per la salute pubblica.
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