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Guerra Israele Palestina: io c’ero, dalla Shoah a Gaza la fiamma che non si spegne

Dalla Nakba del 1948 al 7 ottobre 2023, la mia testimonianza personale tra missioni, sirene e memorie custodite Oggi sento il bisogno di dirlo con chiarezza. Leggo, ascolto, osservo il dolore che ancora scorre in Medio Oriente, e non posso restare in silenzio. Ho visto la guerra con i miei occhi, l’ho respirata sulla pelle. E da militare so che ogni conflitto non nasce mai dal nulla: ha radici, responsabilità precise, scelte che hanno portato a sangue e distruzione. Quella tra Israele e Palestina non è un fulmine a ciel sereno. È una miccia accesa quasi ottant’anni fa, e da allora brucia senza sosta.  Le radici: 1945-1948.  Tutto comincia con la fine della Seconda Guerra Mondiale. Sei milioni di ebrei sterminati nei campi di concentramento. I sopravvissuti cercano una patria sicura. La Palestina, sotto mandato britannico, diventa il punto di approdo. L’immigrazione cresce rapidamente: dal 6% della popolazione nel 1918 al 33% nel 1947. Gli arabi palestinesi reagiscono. Già n...

Insegnanti Lasciati Indietro: Abuso dei Bonus e la Necessità di un Vero Riconoscimento Professionale

Il bonus insegnanti mal gestito, l’urgenza di una soluzione concreta e il parallelo con la questione salariale. Come valorizzare davvero la professione docente. 

Lo scandalo legato all’uso improprio del bonus insegnanti, destinato alla formazione professionale, solleva una questione urgente: come evitare che risorse preziose vengano sprecate e come garantire ai docenti un giusto compenso? Da una parte, è necessario rafforzare i controlli per prevenire abusi come l’acquisto di beni non destinati allo sviluppo professionale. Dall’altra, si potrebbe pensare a una formula che ottimizzi l’erogazione di questo bonus.

Una proposta concreta potrebbe essere quella di suddividere il bonus in due parti: una parte da erogare in busta paga, per compensare economicamente il lavoro dei docenti, e un'altra parte gestita direttamente dal dirigente scolastico, finalizzata all’erogazione di corsi e servizi di formazione professionale. In questo modo, si mantiene l'obiettivo del miglioramento delle competenze del personale docente, riducendo al minimo il rischio di sprechi.

Come ha sottolineato il presidente Mattarella nel discorso di avvio del nuovo anno scolastico, la situazione salariale dei docenti è ben nota. Gli insegnanti sono sottopagati rispetto all’impegno reale, alle ore effettive di lavoro e alla specializzazione richiesta dalla loro professione. Non è sufficiente considerare le ore contrattuali, che spesso non riflettono il carico reale. Proprio come i nostri parlamentari sono ben pagati per prevenire la corruzione, anche  gli insegnanti dovrebbero ricevere un giusto compenso per evitare il rischio di demotivazione e abbandono del ruolo fondamentale che ricoprono nella società. Questo principio dovrebbe essere esteso a tutti i dipendenti dell'amministrazione pubblica (PA).

In questo contesto, il concetto di "Lasciato Indietro" si estende anche alla figura dell’insegnante. Quando un docente non riceve il giusto riconoscimento economico e professionale, si rischia di lasciare indietro non solo la persona, ma anche l’intero sistema educativo. Il mio libro "Lasciato Indietro" (disponibile anche su Amazon in varie edizioni, formati e prezzi) racconta storie di abbandono che toccano diversi ambiti della vita, tra cui quello professionale, e riflette su come trasformare queste difficoltà in opportunità.

L'abuso del bonus insegnanti evidenzia un problema sistemico nella gestione delle risorse destinate alla PA. Non è solo un tema di controllo, ma anche di riconoscimento del valore del lavoro degli insegnanti o di altre categorie. Una proposta di suddivisione tra compenso economico e servizi formativi erogati direttamente dai dirigenti scolastici potrebbe essere una soluzione efficace per mantenere l’obiettivo di migliorare la professionalità dei docenti, evitando al contempo abusi. 

Il parallelo con la lotta alla corruzione dei politici è doveroso: proprio come i nostri parlamentari sono adeguatamente pagati per evitare tentazioni, anche i docenti dovrebbero ricevere compensi che riflettano il loro impegno reale. Solo così si può garantire una scuola di qualità, evitando che i docenti siano lasciati indietro.

“Insegnanti, agli insegnanti e al personale di supporto si chiede molto, talvolta troppo, anche a fronte di retribuzioni spesso non all’altezza di altri paesi europei. Si tratta di un aspetto di grande rilievo che va affrontato concretamente. Tutti loro hanno e devono sempre avere la consapevolezza e l’orgoglio di ricoprire un ruolo prezioso per la nostra società, quello di formare ed educare i cittadini in crescita. Dalla loro opera, spesso silenziosa e non conosciuta, dipende in gran parte il futuro della nostra Italia.” – Presidente Sergio Mattarella, discorso di apertura dell’anno scolastico 2024.

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