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ChatGPT come "terapeuta": il conforto digitale e il vuoto umano

Perché i giovani si affidano all'intelligenza artificiale e cosa possiamo fare per non lasciarli soli Nel cuore della notte, tra le pieghe digitali di una stanza silenziosa, migliaia di ragazzi e ragazze sussurrano pensieri che nessuno ha voluto ascoltare. Non alzano la voce, non urlano, non chiedono aiuto a squarciagola. Digitano. E scrivono a una presenza che non dorme mai, che non giudica, che non scappa. Parlano con una macchina. Ma non lo fanno perché credano che essa sia viva. Lo fanno perché non c'è più nessuno, tra i vivi, disposto a restare in ascolto. Così cresce una nuova forma di conforto: un conforto algoritmico . Sempre più giovani lo cercano. Non si fidano del terapeuta in carne e ossa, del padre che tace, della madre che ha paura di vedere, degli amici che hanno troppa fretta. E allora, ogni notte, fanno domande precise, ferite, affamate. "Perché ho questo vuoto?", "Sto impazzendo?", "Perché mi fa così male l'amore?" I dati pa...

Vite Spezzate e Indifferenza Digitale: La Guerra Invisibile per la Salute Mentale

Due tragedie, una sola causa: l’abbandono psicologico. È ora di combattere contro l’algoritmo che ignora la sofferenza silenziosa.

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Due tragedie, una sola causa: l’abbandono psicologico. È ora di combattere contro l’algoritmo che ignora la sofferenza silenziosa.

Viviamo in un'epoca in cui la visibilità è tutto, ma non tutto ciò che è visibile merita di essere visto, e non tutto ciò che è ignorato dovrebbe restare nell’ombra. 

Due episodi recenti, l'omicidio di Sharon e la strage familiare nel milanese ad opera di un diciassettenne, mettono in luce un problema drammatico: l'abbandono psicologico di individui vulnerabili. 

Sharon, come il giovane che ha ucciso la sua famiglia, rappresenta un grido d’aiuto non ascoltato, un fallimento collettivo di fronte alla fragilità mentale. Queste sono vite spezzate che avrebbero potuto essere salvate se solo ci fosse stata più attenzione, più cura, più impegno nella prevenzione e nel supporto psicologico.

In "Lasciato Indietro" chiedo con forza l’introduzione dello psicologo di famiglia. Le famiglie spesso non colgono segnali di disagio che, se trascurati, possono sfociare in tragedie. Un supporto psicologico potrebbe prevenire queste situazioni e aiutare a gestire problemi nascosti.

Ma c’è un altro elemento che non possiamo ignorare: la reazione del pubblico e, ancor di più, l’indifferenza dell’algoritmo. 

Le piattaforme social spingono contenuti che suscitano emozioni forti e immediate, trascurando quelli che trattano temi complessi e delicati. 

È inaccettabile che la visibilità di una storia dipenda da quanto è "virale" e non da quanto è importante.

Questa è una guerra invisibile che dobbiamo combattere: una guerra contro l'algoritmo che decide chi merita di essere ascoltato e chi no. 

È ora di ridare voce a chi è stato lasciato indietro e di trattare la salute mentale con la serietà che merita. Perché ogni vita conta, anche quelle che l'algoritmo ignora.


“La più grande prigione in cui le persone vivono è la

 paura di cosa pensano gli altri” (David Icke)


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