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ChatGPT come "terapeuta": il conforto digitale e il vuoto umano

Perché i giovani si affidano all'intelligenza artificiale e cosa possiamo fare per non lasciarli soli Nel cuore della notte, tra le pieghe digitali di una stanza silenziosa, migliaia di ragazzi e ragazze sussurrano pensieri che nessuno ha voluto ascoltare. Non alzano la voce, non urlano, non chiedono aiuto a squarciagola. Digitano. E scrivono a una presenza che non dorme mai, che non giudica, che non scappa. Parlano con una macchina. Ma non lo fanno perché credano che essa sia viva. Lo fanno perché non c'è più nessuno, tra i vivi, disposto a restare in ascolto. Così cresce una nuova forma di conforto: un conforto algoritmico . Sempre più giovani lo cercano. Non si fidano del terapeuta in carne e ossa, del padre che tace, della madre che ha paura di vedere, degli amici che hanno troppa fretta. E allora, ogni notte, fanno domande precise, ferite, affamate. "Perché ho questo vuoto?", "Sto impazzendo?", "Perché mi fa così male l'amore?" I dati pa...

Il Potere dei Social Media: Chi Controlla il Nostro Tempo?

 Una riflessione sulla consapevolezza nell’era digitale.

Viviamo in un’era in cui i social media influenzano ogni aspetto della nostra vita. 

Piattaforme come TikTok, Facebook e Instagram non sono solo strumenti di comunicazione, ma anche spazi dove le nostre emozioni e opinioni si plasmano. Tuttavia, ci sono preoccupazioni legittime riguardo a come queste piattaforme gestiscono i nostri dati e influenzano le nostre percezioni.

TikTok, in particolare, ha sollevato allarmi per il suo legame con la Cina. I timori di spionaggio e manipolazione dei contenuti non sono infondati. Molti paesi hanno imposto restrizioni, temendo che i dati degli utenti possano essere usati per scopi di controllo e disinformazione. Ma la questione non è solo geopolitica; riguarda anche come noi, come utenti, scegliamo di interagire con queste piattaforme.

Già in passato, piattaforme come Facebook hanno affrontato critiche severe per la gestione dei dati e la diffusione di notizie false. Questi eventi hanno contribuito a un clima di sfiducia. Le elezioni influenzate da campagne di disinformazione sui social ci hanno mostrato che il potere di influenzare le masse è reale e allarmante.

Non dobbiamo dimenticare che, in ultima analisi, siamo noi a dare potere a queste piattaforme. La nostra attenzione, il nostro tempo e il nostro ragionamento non dovrebbero essere strumenti nelle mani di chi gestisce i social. Dobbiamo riappropriarci del nostro spazio digitale e usare i social media per il nostro benessere, non per alimentare la frenesia del consumo di contenuti superficiali.

È fondamentale che sviluppiamo una mentalità critica nei confronti dei contenuti che consumiamo. Dobbiamo essere in grado di discernere ciò che è autentico da ciò che è mera spazzatura. Solo così possiamo assicurarci che le piattaforme servano noi, e non il contrario. Come affermato nel mio futuro libro: “Devono servire noi, non loro.”

In questo viaggio di consapevolezza, ricordiamoci che il nostro tempo è prezioso. Non lasciamoci travolgere dalla superficialità. Prendiamo decisioni informate e costruiamo relazioni autentiche, sia online che offline. In particolare, come genitori, dobbiamo vigilare sull’uso dei social media da parte dei nostri figli, educandoli a essere utenti consapevoli e critici. Mai più lasciati indietro.

Ricordiamoci: “Devono servire noi, non loro.”

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