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Omicidio a Mantova. La Trappola dell'Emozione Assente: Giovani, Incontri Online e Violenza

 Dietro lo schermo: la disconnessione emotiva e i pericoli di fidarsi del virtuale
Viviamo in un'epoca in cui il mondo virtuale è diventato una parte integrante della vita quotidiana, soprattutto per le generazioni più giovani. 
I social network e le app di incontri sono, per molti adolescenti, un'estensione naturale delle loro relazioni sociali. Tuttavia, il caso di cronaca che ha scosso Mantova, in cui un ragazzo di 17 anni ha ucciso una giovane conosciuta online con il pretesto di "sapere cosa si prova a uccidere" , getta un'ulteriore luce inquietante su questo mondo virtuale che può nascondere insidie devastanti.
Il profilo del ragazzo: la disconnessione emotiva. Il ragazzo responsabile dell’omicidio è stato descritto come incapace di provare emozioni. Le testimonianze e le prime analisi degli investigatori parlano di un giovane che viveva immerso in una realtà digitale che, giorno dopo giorno, lo ha scollegato dal mondo reale . Questa disconnessione, osservata in molti altri casi simili, porta alla mancanza di empatia, alla difficoltà di comprendere le conseguenze delle proprie azioni e alla perdita di un riferimento emotivo sano.
I social network, sebbene strumenti potentissimi, possono favorire il narcisismo, l'individualismo e la violenza, proprio come accaduto in questo caso. I giovani tendono a idealizzare ciò che vedono dietro uno schermo, mentre il confronto con la realtà e le emozioni reali viene messo in secondo piano. Nella mente di chi è emotivamente disconnesso, il dolore altrui non ha significato, e uccidere diventa solo un'esperienza da vivere senza empatia.
Il profilo della vittima: la trappola del virtuale. La vittima, ingannata probabilmente da una falsa immagine creata dal ragazzo, ha accettato di incontrarlo, cadendo nella trappola di una fiducia mal riposta. La dinamica degli incontri online, ormai sempre più diffusi, può nascondere rischi gravi, soprattutto quando le persone coinvolte non sono chi affermano di essere. Ci sono casi, come questo, in cui un incontro apparentemente innocente si trasforma in una tragedia.
La psicologia delle vittime che accettano di incontrare estranei conosciuti in rete rivela una vulnerabilità particolare. Spesso cercano conferme e attenzioni che non trovano nel mondo reale, o sono ingannate da identità costruite ad arte. In questo caso specifico, la giovane donna ha incontrato un ragazzo che, probabilmente, si è finto qualcosa di diverso per ottenere la sua fiducia
Accettare di incontrare un minorenne conosciuto online, anche per un'adulta, può configurarsi come una forma di adescamento. Questo sottolinea l'urgenza di sensibilizzare le persone, soprattutto i giovani, sui pericoli che possono nascondersi dietro uno schermo.
Giovani e incapacità di provare emozioni. Il problema non si limita alla sola cronaca nera. Studi e ricerche indicano che molti giovani di oggi faticano a riconoscere ed esprimere emozioni autentiche. La costante esposizione ai social media, unita alla pressione del confronto continuo, genera una sorta di anestesia emotiva, che porta alla perdita di empatia e al disinteresse per le vite altrui. È un fenomeno noto come "alexitimia digitale", un'incapacità di leggere e interpretare correttamente le emozioni proprie e degli altri, spesso conseguenza di un uso eccessivo e alienante dei mezzi digitali.
Uno studio condotto in Europa ha mostrato che il 30% dei giovani tra i 12 e i 18 anni ha difficoltà a distinguere le emozioni autentiche da quelle mostrate sui social media. Ciò porta a un abbassamento della capacità di empatia e a una visione distorta dei rapporti interpersonali. L'idea che "uccidere per vedere cosa si prova" possa sembrare una "esperienza" da provare è la manifestazione più estrema di questa disconnessione emotiva.
Incontri al buio e i pericoli della rete. La rete offre infinite opportunità, ma può anche essere un terreno fertile per adescamenti, truffe e violenze. Il fenomeno degli incontri al buio con persone conosciute online è sempre più diffuso, soprattutto tra le nuove generazioni. Le statistiche parlano chiaro: in Italia, secondo un'indagine del 2022, il 35% delle persone tra i 18 e i 30 anni ha avuto almeno un incontro con una persona conosciuta tramite internet. Di questi incontri, almeno il 15% ha riportato esperienze negative, tra cui adescamenti e tentativi di abuso.
A livello europeo, il fenomeno è ancora più preoccupante: oltre il 40% degli utenti tra i 13 e i 25 anni ha dichiarato di essere stato contattato online da persone con intenzioni dubbie. Negli Stati Uniti, il 20% delle vittime di abusi sessuali ha dichiarato che il colpevole era stato conosciuto tramite social media o app di incontri. Le vittime di questi incontri non sono solo donne adulte, ma sempre più spesso minori, facilmente manipolabili e ingannati da profili falsi o parzialmente costruiti.
In sintesi, viviamo in un'era dove la rete, anziché avvicinarci, ci isola. Troppi giovani si perdono in un mondo virtuale, incapaci di distinguere tra reale e fittizio. Nei miei blog dinotropea.blogspot.com e e scriverealfuturo.blogspot.com emerge chiaramente e fermamente che l'uso di smart device debba essere vietato ai minori di 18 anni e non meno importante l'adozione dello psicologo di famiglia in studio con il medico di famiglia. 
La tecnologia va dosata, non imposta, per evitare che si trasformi in uno strumento di alienazione e manipolazione. Vi invito a leggere i miei scritti precedenti. 
Conclusioni: cosa possiamo fare? Il caso di Mantova rappresenta una tragica sintesi dei pericoli della rete e della fragilità emotiva dei giovani di oggi. Mentre da un lato la tecnologia avanza, dall'altro ci pone di fronte a sfide sempre più complesse. La vera battaglia non si combatte solo contro gli autori di questi crimini, ma contro la crescente disconnessione emotiva che sembra caratterizzare una parte delle nuove generazioni.
È fondamentale educare i giovani a sviluppare una maggiore consapevolezza emotiva e una capacità di distinguere tra il virtuale e il reale. Famiglie, scuole e istituzioni devono collaborare per creare un ambiente sicuro sia online che offline. E non possiamo dimenticare il ruolo degli adulti: anche loro devono essere sensibilizzati sui rischi di fidarsi ciecamente di ciò che appare sullo schermo. Come genitori e cittadini, dobbiamo vigilare e insegnare ai nostri figli a fare altrettanto.
Il mondo virtuale è, senza dubbio, una grande risorsa, ma richiede una costante attenzione. Come scrissi nel mio libro "Lasciato Indietro", le difficoltà della vita possono essere affrontate e superate solo con consapevolezza e verità. E la verità è che ciò che vediamo dietro uno schermo, spesso, non è reale. Fidarsi, sì, ma con la giusta cautela e con gli strumenti per difendersi dalle insidie che la rete nasconde.
 #IncontriOnline #PericoliDelWeb #GiovaniSenzaEmozioni #EducazioneDigitale #LasciatoIndietro #dinotropea


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