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ChatGPT come "terapeuta": il conforto digitale e il vuoto umano

Perché i giovani si affidano all'intelligenza artificiale e cosa possiamo fare per non lasciarli soli Nel cuore della notte, tra le pieghe digitali di una stanza silenziosa, migliaia di ragazzi e ragazze sussurrano pensieri che nessuno ha voluto ascoltare. Non alzano la voce, non urlano, non chiedono aiuto a squarciagola. Digitano. E scrivono a una presenza che non dorme mai, che non giudica, che non scappa. Parlano con una macchina. Ma non lo fanno perché credano che essa sia viva. Lo fanno perché non c'è più nessuno, tra i vivi, disposto a restare in ascolto. Così cresce una nuova forma di conforto: un conforto algoritmico . Sempre più giovani lo cercano. Non si fidano del terapeuta in carne e ossa, del padre che tace, della madre che ha paura di vedere, degli amici che hanno troppa fretta. E allora, ogni notte, fanno domande precise, ferite, affamate. "Perché ho questo vuoto?", "Sto impazzendo?", "Perché mi fa così male l'amore?" I dati pa...

Simultanei nei Sogni: Il Legame tra un Padre e sua Figlia

Dalle vasche di nuoto ai campi di equitazione, la storia di un papà che non ha mai lasciato sua figlia indietro.

Simultanei nei sogni: così mi piace ricordare quei momenti accanto a mia figlia, tra le sue gare di nuoto, le sue passioni per i cavalli e le mille sfaccettature del suo talento. Non ero solo un testimone delle sue imprese, ma un compagno silenzioso, presente, parte del suo mondo. Ogni bracciata in vasca, ogni passo di trotto, galoppo, ogni nota suonata, cantata, un ballo, sembrava raccontare una storia che vivevamo insieme, intrecciando i suoi sogni ai miei battiti.

Il nuoto è stato il suo primo amore, e anche il mio, perché il suo entusiasmo mi conquistava. Le mattine presto, il freddo che pizzicava le guance, il tifo soffocato da quella tensione che stringe il cuore: tutto questo era parte di un rituale che mi faceva sentire vivo. Ogni gara era una lezione di coraggio, ogni tocco del bordo un piccolo trionfo che celebravamo insieme.

Poi arrivarono i cavalli, e con essi un nuovo capitolo. Ricordo il suo sguardo incantato mentre accarezzava il muso del suo primo puledro, come se avesse trovato una parte di sé che aspettava di essere scoperta. Da quel giorno, il maneggio divenne il suo rifugio e il mio punto di osservazione. La guardavo costruire un’intesa fatta di gesti e silenzi, imparare la pazienza e la fiducia, crescere in modi che mi riempivano di orgoglio.

Non solo lo sport, però, ha scandito i suoi anni. La musica, il teatro, il canto: ogni aspetto della sua creatività era un universo che amavo esplorare con lei. Quando sedeva al pianoforte, suonava il flauto traverso, mentre nei cori e nei musical trovava una dimensione in cui poteva brillare, condividendo la sua energia con gli altri. Ogni rappresentazione teatrale era un’occasione per vederla trasformarsi, assumere ruoli e identità che amplificavano la sua personalità e il suo talento.

Nel frattempo, il suo percorso scolastico si arricchiva di traguardi straordinari. Come studentessa internazionale, affrontava ogni sfida con determinazione e curiosità, e il suo impegno culminò con il diploma internazionale International Baccalaureate. Un risultato che non solo aprì le porte a possibilità infinite, ma che la portò a essere ammessa a una delle università private più esclusive della capitale. Ero al suo fianco, ogni passo del cammino fino al diploma, e condividevo la sua gioia, il suo orgoglio. Ma proprio quando pensavo che il nostro legame fosse indistruttibile, arrivò il vuoto.

Dopo il diploma, la sua presenza svanì, come se il nostro rapporto fosse stato messo in pausa. Un'assenza improvvisa, incolmabile, che mi riportò a un dolore lontano, quello dell’abbandono di mio padre quando avevo sei anni. Ritrovai quella stessa sensazione di perdita, quel senso di essere stato nuovamente lasciato indietro. Guardavo al passato, ai suoi successi, alle sue passioni, e mi sembravano immagini di un sogno spezzato.

La separazione con sua madre aveva già incrinato il nostro rapporto, ma ciò che seguì fu devastante. L’alienazione parentale non arriva come un colpo improvviso, ma come un'erosione lenta e inesorabile, che porta via i sorrisi, i dialoghi, la fiducia. Ti svegli un giorno e scopri che la persona che hai cresciuto, che hai amato e sostenuto in ogni passo, ha preso le distanze.

La gioia di essere padre era scomparsa, lasciando il posto a un ruolo fatto di obblighi e formalità. Ogni ricordo di gare di nuoto, di cavalcate al maneggio, di serate passate a discutere dei suoi sogni, di musiche ascoltate insieme, sembrava appartenere a un'altra vita. Un passato che non riuscivo più a toccare.

Tutto questo dolore, e il lungo cammino verso la rinascita, è raccontato nel nostro romanzo autobiografico Lasciato Indietro

Una testimonianza sincera e cruda su cosa significa essere genitori in un mondo fatto di distanze, incomprensioni e divisioni. È una storia che parla di abbandono, ma anche di resilienza, di come si possa trovare la forza di andare avanti anche quando il cuore sembra spezzato.

Abbandono e rinascita: temi così attuali da essere cantati in moltissime canzoni, rappresentati sul grande schermo e, ora, al centro di un libro che è stato selezionato per la vetrina di Casa Sanremo Writers 2025. Un riconoscimento che celebra il coraggio di raccontare il dolore, ma anche la speranza di ricostruire ciò che sembra perduto.

Se sei un genitore che si sente smarrito o vuoi comprendere cosa significhi vivere l’assenza di un figlio che ami, ti invito a leggere Lasciato Indietro. È una voce per chi non si rassegna al silenzio, un faro per chi crede che nessuno, mai, debba essere lasciato indietro.

"Il tempo che dedichiamo ai nostri figli è l’investimento più importante della nostra vita." – Un padre anonimo


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