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L'Acqua che Non Disseta
Stanotte ho sognato una scena che sembrava ordinaria, ma che si è trasformata in qualcosa di incredibilmente simbolico. Con i miei amici di Catania ci eravamo dati appuntamento per andare al mare in moto. Ciascuno di noi era pronto, carico di energia e voglia di condividere una giornata spensierata. Io avevo con me uno zaino e una bottiglia d’acqua nella valigia posteriore della moto. Durante il tragitto, ho sentito una sete improvvisa. Mi sono fermato, ho aperto la bottiglia, ma, sebbene fosse piena, l’acqua non usciva. Era lì, visibile ma irraggiungibile, come se una forza invisibile mi privasse del suo beneficio.
Preso dalla necessità di soddisfare questa sete, ho cercato una soluzione. Poco lontano, c’era una fontana. Mi sono avvicinato, ho bevuto con forza da quell’acqua che sgorgava generosa, ma la sete non passava. Ero ancora assetato, incapace di placare quel bisogno primordiale.
Nel sogno ho percepito qualcosa di strano, quasi surreale: ho intuito che stavo sognando. Così, nel sogno stesso, ho deciso di alzarmi dal letto, andare in cucina e bere un bicchiere d’acqua. Ma anche quel gesto, apparentemente reale, non ha portato sollievo. Non riuscivo a placare la mia sete, e intanto sentivo che i miei amici, stanchi di aspettarmi, mi avevano lasciato lì. Erano andati al mare senza di me, mentre io continuavo a cercare disperatamente un modo per dissetarmi.
Solo allora mi sono svegliato, confuso e turbato.
Il racconto: Ero con i miei amici storici di Catania. La moto ruggiva sotto di me, fedele compagna di viaggio. Nella valigia posteriore, uno zaino e una bottiglia d’acqua, compagna discreta ma essenziale per la giornata. Andavamo al mare, come avevamo fatto tante volte, ma questa volta qualcosa era diverso.
La sete mi colpì all’improvviso, secca e implacabile. Aprii la bottiglia con urgenza, ma, per quanto la inclinassi, l’acqua non usciva. Era piena, la sentivo muoversi dentro, ma non c’era modo di farla sgorgare. La frustrazione crebbe. Cercai di ignorarla, ma non potevo. Mi allontanai dagli altri e trovai una fontana vicina. L’acqua sgorgava con forza, limpida e fresca. Mi chinai, bevvi, ma non accadde nulla. La sete non se ne andava.
Un pensiero si fece strada: “È un sogno.” Quella consapevolezza, però, non portava sollievo, solo una maggiore urgenza. Decisi di alzarmi per davvero, o così credevo. Mi trovai nella cucina di casa mia, aprii il rubinetto e bevvi un lungo sorso. Ancora niente. Il desiderio di dissetarmi era come un grido che nessuno poteva sentire.
Nel frattempo, i miei amici mi aspettavano, ma solo per poco. Li vidi andare via, sentii i motori delle loro moto allontanarsi. Il mare li aspettava, mentre io restavo lì, bloccato in un ciclo che non sapevo come spezzare.
Mi svegliai, o almeno così pensavo. Ero ancora nel sogno, intrappolato in quella sete inesauribile. Solo al terzo risveglio mi trovai davvero libero. La stanza era silenziosa, l’aria ferma. Mi alzai, bevvi un bicchiere d’acqua e, finalmente, sentii un lieve sollievo.
Cosa nasconde la narrazione: Non è solo sete fisica quella che ho provato. Questo sogno è il riflesso di un bisogno più profondo, forse di qualcosa che non riesco ancora a identificare con precisione. L’acqua, simbolo universale di vita e purificazione, diventa qui un enigma. Cercavo di dissetarmi, ma nessuna fonte bastava. È un’immagine potente: il tentativo di trovare un sollievo, una pace, in un mondo interiore che continua a tormentarsi.
La bottiglia che non funziona, la fontana che non sazia, il rubinetto che non aiuta: sono metafore. Potrebbero rappresentare risorse che credo di avere, ma che, nel momento del bisogno, sembrano non funzionare. Forse, a livello inconscio, il sogno riflette la mia ricerca continua di significato, di connessione con me stesso e con gli altri.
E gli amici? La loro partenza potrebbe simboleggiare il timore dell’abbandono, una paura che si nasconde dietro la mia apparente sicurezza. Li vedo allontanarsi mentre io rimango indietro, bloccato. È un richiamo a temi che ho affrontato nel mio libro Lasciato Indietro, un dialogo con la sensazione di essere lasciato solo in momenti cruciali.
In conclusione, Forse la sete rappresenta la spinta a cercare qualcosa di più. Nonostante le difficoltà, mi sono svegliato con una consapevolezza nuova: il viaggio verso la comprensione di sé è complesso, pieno di ostacoli e momenti di frustrazione, ma vale sempre la pena intraprenderlo. Questo sogno, come tanti altri, mi ricorda che la strada verso la pace interiore passa attraverso l’accettazione di ciò che siamo e di ciò che ancora cerchiamo.
E tu? Hai mai fatto un sogno simile, pieno di simboli e domande? Visita il mio blog su dinotropea.it e lasciami un messaggio con la descrizione del tuo sogno. Lo analizzerò e, se vuoi, lo condividerò con i lettori. Magari, insieme, troveremo risposte che stai cercando.
"Nei sogni, anche una semplice sete può diventare il simbolo della nostra più profonda ricerca di senso."
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